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PIEVE A NIEVOLE- Alle ore 21:15 del 3 settembre 1982, la macchina sulla quale viaggiava il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, guidata dalla moglie Emanuela Setti Carraro, fu affiancata a Palermo da una BMW, dalla quale partirono alcune raffiche di Kalashnikov AK-47, che uccisero il prefetto e la moglie.

Nello stesso momento l'auto con a bordo l'autista e agente di scorta, Domenico Russo, che seguiva la vettura del Prefetto, veniva affiancata da una motocicletta, dalla quale partì un'altra micidiale raffica, che ferì gravemente Russo: l’agente morì dopo 12 giorni all'ospedale di Palermo.

Il generale Dalla Chiesa era stato inviato in Sicilia per provare a contrastare la mafia dopo i suoi grandi risultati nella lotta al terrorismo e alle brigate rosse. Il suo impegno e la sua figura di integerrimo servitore dello stato che non ha mai chinato il capo di fronte alle minacce di cosa nostra lo pone al fianco di uomini del calibro di Falcone e Borsellino: 10 anni dopo toccherà ai 2 magistrati simbolo della lotta alla mafia e ai loro uomini di scorta la stessa orribile sorte.

Nel 1996 la mafia ordina e esegue quello che probabilmente è stato il crimine più orribile che sia mai stato perpetrato nella lunghissima lista di omicidi compiuti dalla cosiddetta “onorata società” mafiosa: il figlio appena quattordicenne del pentito Santino Di Matteo venne ucciso dopo quasi 2 anni di rapimento e per punire il padre il corpo del piccolo Giuseppe venne sciolto nell’acido.

Per ricordare tutti coloro che hanno pagato con la vita l’impegno contro il mostro mafioso, il gruppo consiliare “Centrodestra per Pieve”, nelle scorse settimane, ha protocollato una mozione per impegnare il Sindaco e la Giunta a intitolare una via, una piazza o un parco alle “Vittime della mafia”. Si chiede inoltre all’amministrazione di attivare percorsi di sensibilizzazione nelle scuole, attraverso incontri, campagne informative, percorsi culturali e sociali al fine di far maturare una nuova coscienza civica tra i più giovani e di contrastare efficacemente ogni possibile infiltrazione mafiosa oltre ad organizzare convegni, mostre, incontri e quant’altro possa contribuire a far conoscere l’operato delle vittime della mafia e a conservare memoria del loro sacrificio nelle generazioni future.

Crediamo che la legalità e il suo rispetto siano alla base di ogni società civile; confidiamo che, almeno stavolta, il Sindaco e il Consiglio comunale approvino all’unanimità questa mozione che riguarda persone di ogni estrazione sociale e politica per rendere imperituro il ricordo del loro sacrificio.

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