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PISTOIA- “Cari amici, si è conclusa per me un’esperienza affascinante perché tale è la possibilità che viene concessa a un cittadino di servire le proprie istituzioni. L’ho fatto unicamente per spirito di servizio, rifuggendo volutamente dalle logiche di natura politica che spesso antepongono gli interessi personali, gli equilibri interni ai singoli partiti e la costante volontà di prevalere sulla parte avversa, alla possibilità di poter perseguire serenamente l’obiettivo di ottenere risultati per il bene comune.

E’ proprio in ragione di queste logiche che da più parti e in più momenti del mio mandato mi è stato suggerito di rassegnare le dimissioni o di mettere in piazza i problemi interni. Mi dispiace, ma io sono uno sportivo, un combattente, uno che mantiene la parola data e non molla la squadra. Il mio obiettivo era quello di provarci fino in fondo e così ho fatto, perché non avevo una carriera politica da coltivare o da salvaguardare e perché questo avevo promesso ad Alessandro Tomasi quando mi ha chiamato e mi ha fatto capire che mi sarei trovato per le mani una patata bollente.

E sono soddisfatto, perché so quello che è stato fatto e prodotto. Forse lo sa un po’ meno la città perché sul piano della strategia comunicativa, come ripetuto dal sindaco durante l’ultima conferenza stampa sullo sport, non siamo stati efficaci come avremmo potuto e dovuto essere. Con delibere che ho firmato per 4 milioni di ristrutturazioni, sentire gente che va a raccontare che è dal 2017 che non è stato fatto niente amareggia e non poco. Sia per il nostro difetto comunicativo ma anche perché è davvero avvilente e squalificante che il confronto politico si riduca a queste bassezze.  

Mi è stato detto che “l’opposizione si fa così”. Può darsi. A me è servito unicamente per cogliere lo spessore delle persone. Gente che, per ragioni di appartenenza politica, mi ha riservato attacchi pesantissimi per poi uscire sul giornale o telefonare dicendomi che “non ce l’ha con me” o che “non è colpa mia”. Ho letto, ho ascoltato, ho incassato. Comprese le livorose esternazioni dell’ex sindaco che, dopo aver avuto l’occasione di porgere la mano allo sport con la manifestazione del 2016 da me concordata con l’allora assessore allo sport ed lui presentata condividendone i suoi scopi propositivi, mi bolla come un cacciatore di poltrone.

Ma non ha ancora capito che, nella precedente tornata elettorale, la partita sullo sport l’ha persa lui. Oppure gli attacchi social di chi prima va a chiedere il mio posto e poi decide di cambiare sponda politica con imbarazzante naturalezza. O anche le interviste di mezzora che poi rileggevo tradotte in battute di tre righe e dal contenuto travisato rispetto a quanto dichiarato. Ma c’è stato anche chi ha scritto di me per tre anni senza mai chiedermi direttamente un incontro o una battuta. Farà tutto parte del mio bagaglio e non scalfirà di un millimetro l’orgoglio per aver dato il mio contributo al bene comune e allo sport cittadino. E’ stato un piacere lavorare con Alessandro Tomasi ed apprezzarne le doti umane. Sul piano politico, messo alle strette, ha ceduto alle logiche politiche del consenso, mentre con un’alzata di testa vigorosa avrebbe potuto difendere il lavoro fatto e dare un segnale di impulso per il futuro. Eravamo vicini al vedere la luce anche perché presto tanti impianti ristrutturati ed a norma saranno restituiti alla città pronti per cederli a gestioni di lungo corso temporale. Una presa di posizione contro tecnici che complicavano le questioni invece che risolverle, come da me segnalato mesi or sono, avrebbe portato a soluzioni definitive.  

Mi rimane quello che è stato fatto. Ho lavorato a testa bassa, come riconosciuto da consiglieri che hanno rimarcato formalmente questa mia caratteristica, nelle sedi preposte ho reclamato maggior personale, maggiore competenza e maggiore attenzione, ho segnalato le criticità evidenti che poi – come avevo previsto – hanno portato alle problematiche emerse in questi giorni, problematiche legate al lavoro ordinario dell’ufficio e non a scelte di natura politica.

 

Quanto invece al settore dell’impiantistica, il gruppo di lavoro che si è andato a formare, ha svolto un lavoro a dir poco epocale. Ho firmato delibere di interventi per quasi 4 milioni di euro. La scelta di campo è stata chiara: in una realtà dove un numero spropositato di impianti erano sforniti di tutti i necessari requisiti per poter essere operativi, parlo di sicurezza e agibilità, oltre all’esito di decenni di totale incuria sul piano della manutenzione, abbiamo deciso di intervenire in modo definitivo. Abbiamo scelto il disagio delle chiusure oggi, per non avere più problemi domani. E’ grazie a questa visione che, per esempio, da quando riaprirà il palazzetto dello sport potrà ospitare sia manifestazioni sportive che spettacoli.

I problemi, quelli veri, sono arrivati dalla gestione e promozione sportiva. Appena insediato ho avuto un obiettivo principale, quello di realizzare bandi di lunga durata. Purtroppo, la montagna da scalare è stata troppo alta, per tre ordini di motivi. In primo luogo, non c’era personale. Secondariamente, il numero di impianti non a norma e la rilevanza dei problemi tecnici e strutturali che abbiamo riscontrato erano al di sopra di qualsiasi pessimistica previsione. Il degrado della Pistoia sportiva che ho trovato era indescrivibile. Infine, ma non ultimi per importanza (e i recenti fatti sono a dimostrarlo), gli inaccettabili ritardi nell’efficienza dell’ufficio che sono stati frutto dell’incomprensibile gestione da parte del dirigente, spesso impegnato in altro, che complicava ogni procedura cambiandola mille volte. Avevo chiesto un cambio di rotta già prima dell’estate ma ho ricevuto solo assicurazioni verbali a cui non sono seguiti i fatti.  

Il resto è storia nota. Alcune proteste sono state immediatamente cavalcate e strumentalizzate a livello politico e a pagarne le conseguenze è stato chi di politico (a partire dalla tessera di partito) non ha niente. Però sono certo che quando vedrò ripartire tutti gli impianti che sono in ristrutturazione o chiudersi trattative per le quali ho lavorato per mesi e mesi, potrò sentirmi comunque soddisfatto.  

Chiudo ringraziando sindaco, giunta, consiglieri ed uffici, l’esperienza è stata di grande spessore e ritengo nel complesso positiva. Torno alla mia famiglia, con la quale sono in debito di tempo e che dovrò risarcire.

Grazie, vogliate bene a Pistoia”.

Gabriele Magni

 

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