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PISTOIA -Sulla vicenda di Vicofaro non ho mai voluto prestare il fianco alle strumentalizzazioni ma adesso occorre  fare alcune precisazioni per evitare che prevalgano informazioni non corrette e che si dia un’immagine di Pistoia come città non accogliente o, peggio ancora, razzista, vista anche la grande attenzione che persiste sulla situazione di questa parrocchia da parte dei media regionali e nazionali.

Leggo oggi su La Repubblica che Enrico Rossi, come ultimo atto da Presidente della Regione, starebbe preparando un’ordinanza affinché Asl, Curia e Comune trovino una soluzione al problema individuando strutture dove ospitare, a gruppetti, le persone attualmente accolte nella parrocchia.A Rossi dico: il Comune non accetterà soluzioni calate dall’alto sulla testa dei cittadini e non è disposto a sottrarre nemmeno un euro dalle risorse destinate alle migliaia di persone – di tutte le origini – che ogni giorno sono seguite dai servizi sociali.Ad oggi non sappiamo chi e quante persone sono accolte in quella parrocchia perché non è stato fornito alcun registro o censimento.

Non conosciamo la loro situazione: sono richiedenti asilo, sono fuoriusciti dai Cas, sono irregolari, sono residenti in Comuni fuori da Pistoia? Sappiamo però che il Vescovo lo scorso aprile ha annunciato l’avvio del trasferimento con un primo spostamento di 30 persone da Vicofaro a Spazzavento e che adesso i numeri (riportati dalla stampa) sfiorano di nuovo quota 200, segno che le persone continuano ad arrivare a Vicofaro – chiaramente da fuori Pistoia- e che, evidentemente, dopo il trasferimento di 30 ragazzi, ne sono continuati ad arrivare altri.Sappiamo, inoltre, che la Asl il 14 settembre scorso ha scritto al Prefetto, al Questore, al Vescovo, al Parroco di Vicofaro e a me per dire che a seguito del sopralluogo fatto il 4 settembre si “rende necessaria la ricollocazione, senza ritardo, degli ospiti in strutture adeguate per capacità ricettiva e caratteristiche igienico-sanitarie” visto “l’alto numero di persone in promiscuità” e “la mancata consapevolezza del rischio sanitario” in periodo di emergenza Covid. Nella stessa nota si legge:

“Restano altresì impregiudicati gli aspetti relativi alla sicurezza di competenza dei Vigili del fuoco e alle difformità urbanistico edilizie”.Come massimo responsabile sanitario ho scritto al responsabile legale della parrocchia dando seguito alla nota dell’Asl e chiedendo di sapere se è stata data esecuzione a quanto richiesto e che in caso contrario, o di mancata risposta, sarà cura di questa Amministrazione assumere tutti gli atti necessari affinché ne sia garantito il rispetto.E’ molto comodo e facile strumentalizzare queste azioni da parte di chi cavalca un’immagine fin troppo abusata: quella di un sindaco di centrodestra che vuol colpire la realtà di Vicofaro. La verità è un’altra: lì esiste un pericolo prima di tutto per le persone accolte – lo dicono gli atti ufficiali -, esiste una gestione che nel tempo ha prodotto ciò che oggi è sotto gli occhi di tutti, compresi i residenti della zona, che devono essere, anche loro, tutelati. Chi nel tempo si è voltato dall’altra parte in nome di questo tipo di “accoglienza” è complice di una situazione ormai fuori controllo. Come sindaco non ho mai chiuso gli occhi, convinto che non ci debbano essere trattamenti diversi per nessuno. Le regole valgono per tutti.

 Negli anni passati sono stati chiusi alcuni Centri di accoglienza a Pistoia, gestiti da Cooperative senza dubbio serie, perché mancavano alcuni requisiti di legge. Non ho visto barricate per loro. Il Comune - occorre infine precisarlo visto che si vuol far passare il messaggio di un disinteresse da parte di questa Amministrazione - partecipa al tavolo istituzionale della Prefettura insieme agli altri soggetti, dalla Asl alla Questura, e metterà in campo tutte le azioni che gli competono, sicuramente non quella della ricollocazione su cui non ha ruolo. Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia 

Redazione

 

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