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Le associazioni a difesa dell'acqua sono intervenute a Pistoia all’audizione del 10 ottobre indetta dalla I e dalla VI Commissione Consiliare per opporsi al provvedimento che accorperà in una Holding da quotare in borsa Acqua e Rifiuti insieme a Gas e luce.

"Eravamo presenti e formavamo un nutrito gruppo di rappresentanti di comitati e associazioni sul territorio (Onda etica, Obiettivo Periferia, Acqua Bene Pistoia) nonchè forze politiche (Ancora italia-Italia sovrana e popolare, Carc, Potere al Popolo ). Abbiamo rotto il ghiaccio e preso subito la parola, ribadendo l’esigenza di un consiglio comunale aperto alla cittadinanza, anche in virtù del fatto che né nel programma di maggioranza delle passate elezioni amministrative né tanto meno in quello delle recentissime elezioni politiche vi è stato il benchè minimo accenno alla realtà della Multiutility. Ad oggi il consiglio comunale aperto non è stato concesso, nonostante le innumerevoli richieste inviate tempestivamente fin dal mese di giugno.
Alcuni comuni della nostra provincia hanno indetto consigli comunali aperti, proprio per fare chiarezza e avvalersi dell’opinione di coloro che rappresentano, prima di prendere qualsiasi decisione. Ad esempio durante il consiglio comunale aperto di Agliana, il presidente di ALIA Nicola Ciolini (azienda che incorporerà tutti gli altri servizi) non ha fornito dati certi, ma solo promesse, peraltro già disattese dalla stessa azienda: tariffe più basse e servizi migliori.
Non c’è chiarezza e soprattutto non c’è tempo: hanno tenuto tutti all’oscuro dell’operazione,  cittadini e consiglieri, per poi richiedere velocemente un voto fideistico, basato sul credo e la speranza piuttosto che su dati e piani finanziari convincenti.
Ci preme sottolineare che a Pistoia i consiglieri comunali stessi ammettono di non aver avuto il tempo necessario per studiare la lunga documentazione in oggetto e alcuni confessano di non possedere nemmeno le competenze per poter comprendere la portata di ciò che vi è scritto. Eppure, in modo del tutto irragionevole, sono orientati a votare a favore dell’ingresso di Pistoia nella multiutility. Si tratta di una decisione che avrà ricadute importanti e quotidiane sulla vita dei pistoiesi, i quali sono ancor meno informati dei loro consiglieri comunali. 
Continua il gioco delle tre carte di una manovra dai troppi lati oscuri: da una parte ALIA promette tariffe vantaggiose e servizi migliorati una volta creata la multiutility, dall’altra il comune di Pistoia dice che solo votando “Sì” all’adesione possiamo avere voce in capitolo e conservare la nostra autonomia per il bene dei cittadini pistoiesi. Ricordiamo che il Sindaco (durante una trasmissione di confronto politico tenutasi su RAI3 lo scorso 8 Giugno) dichiarava di avere le spalle al muro sull’adesione al progetto.
Di chi sarà la responsabilità quando le tariffe aumenteranno? cosa diranno i nostri amministratori quando saranno i cittadini a pagare i buchi della holding? Diranno che non avevano scelta, dando ragione ai consiglieri comunali che chiamano Pistoia “la periferia dell’impero fiorentino” fautore del progetto a firma renziana?
Nonostante le rassicurazioni dell’Assessore Margherita Semplici durante la riunione, siamo perfettamente consapevoli che questa manovra porterà un peggioramento della qualità del servizio ed un aumento dei prezzi: ne abbiamo la certezza perché ci basiamo sui numeri e l’esperienza.
Del nostro stesso parere sono Il sindaco di Agliana che, durante il consiglio comunale aperto, ha espresso forti criticità, così come il sindaco di Vaglia che ricorda (in un articolo sul tema apparso sul Giornale di Pistoia a firma Stefano Tamburini) come il buco di ALIA del 2021 di 51 milioni abbia portato per essere sanato un aumento dei costi del servizio ai cittadini. Anche i sindaci di Arezzo e quello di Siena, gli assessori competenti del comune di Grosseto, Lucca e Massa durante una recente riunione hanno espresso una posizione univoca contro questa operazione: la multiutility infatti allontanerà il servizio dai cittadini e toglierà potere alle amministrazioni, ricordando che il gigantismo ha già dimostrato di non funzionare.
Abbiamo già esempi attivi di multiutility in Italia come HERA, i cui aumentati costi di gestione peseranno due volte sui cittadini bolognesi, non solo per i rincari della materia prima, ma anche per la cospicua quota di partecipazione pubblica. In Emilia Romagna Hera ha cominciato a distaccare interi condomini morosi dalla rete del teleriscaldamento, dopo aver triplicato i costi in 1 anno e nonostante il fatto che si avvalgono di fonti geotermiche e della termovalorizzazione dei rifiuti (raccolta che è andata anch’essa a triplicare nei costi, inspiegabilmente visto che i rifiuti vengono bruciati per produrre energia).
Qui in toscana paghiamo le bollette dell’acqua più care di Italia e Publiacqua è stata processata (ed ha perso) per aver fatto pagare la depurazione in bolletta anche dove non c’era (risarcendo però solo i cittadini che ne facevano richiesta). Avrebbe dovuto invece intervenire sulle reti idriche che sono un colabrodo, con perdite di oltre il 40%: in bolletta quindi il cittadino paga quel 40% d’acqua che viene persa per strada. Intanto la Tari aumenta anno dopo anno, per non parlare di gas e luce dove i mercati hanno dato il meglio di loro stessi,  speculando il più possibile.
Per tutti questi motivi abbiamo chiesto al comune di Pistoia in modo congiunto una sospensione della decisione per consentire a cittadini e consiglieri di analizzare meglio la proposta di adesione e per vagliare alternative che di sicuro non mancano: in Italia esistono consorzi pubblici per la gestione dell’acqua ad esempio. L’alternativa c’è, è possibile, basta lavorarci o meglio, averne la volontà.
Tapparsi le orecchie come Ulisse al canto persuasivo delle sirene quotate in borse sarebbe già un inizio".

Redazione

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