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Il consiglio comunale nella seduta di lunedì 5 dicembre ha approvato l’atto integrativo della convenzione sociale del 31 gennaio 2020 per l’assegnazione e gestione delle residenze sociali in via Stelvio. Il provvedimento è passato con 19 voti favorevoli (Fratelli d'Italia, Ale Tomasi Sindaco, Amo Pistoia, Lega, Centristi Forza Italia) e 10 astenuti (Partito Democratico, Civici e Riformisti, Pistoia Ecologista progressista), nessun contrario. La delibera è stata presentata dall’assessore all’urbanistica Leonardo Cialdi.

«Il provvedimento, che riguarda la modifica della convenzione sociale alla base dell’intervento degli immobili di via Stelvio – ha spiegato Cialdi -, viene preso a seguito della richiesta di “Abitare Toscana” che agisce per conto di “Investire sgr”, titolare dell’intervento, la quale appunto ha chiesto all’Amministrazione di abbattere il requisito minimo di 16.500 euro di Isee per chi vuole partecipare all’aggiudicazione di un un alloggio ad affitto calmierato: infatti inizialmente l’accordo era che gli appartamenti fossero venduti a soggetti con Isee tra 16.500 ai 32.500 euro. Il criterio inserito adesso – ha proseguito l’assessore all’urbanistica – è di dimostrare che il canone di affitto deve rientrare nel 30% del reddito familiare di chi vuole partecipare all’aggiudicazione dell’alloggio».
«Inoltre “Abitare Toscana” – ha proseguito Cialdi - ha chiesto all’Amministrazione di dedicare il 10% degli alloggi alle eventuali associazioni del terzo settore per gli usi consoni al loro statuto. L’Amministrazione accoglie entrambe le richieste».
«La convenzione è nata nel gennaio 2020, prima del Covid - ha ricordato l’assessore - per offrire un’abitazione a canone calmierato a quella fascia intermedia di cittadini con un reddito che non permetteva loro di poter usufruire di aiuti o di richiedere una casa popolare, ma anche di non avere requisiti economici per poter comprare una casa. Con la pandemia questa fascia si è ulteriormente assottigliata e proprio per questo abbiamo accolto di togliere il limite dei 16.500 euro di Isee per l’acquisto di un alloggio ad affitto calmierato».
Al provvedimento sono stati presentati due emendamenti. Il primo, presentato dalla maggioranza, è stato poi subemendato e firmato da tutti i gruppi del consiglio comunale, maggioranza e minoranza. Il secondo è stato presentato da Pistoia ecologista e progressista. Entrambi sono stati accolti dalla giunta.
Il consiglio comunale ha poi approvato all’unanimità la mozione presentata dal gruppo di Pistoia ecologista e progressista di intitolare un luogo, via o piazza della città al pistoiese Roberto Barontini. Nella mozione è riportato che il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta a intitolare a Roberto Barontini, medico e uomo politico, un luogo di Pistoia in suo ricordo che sia attinente ai valori che la sua vita ha sempre espresso.
Al punto sei dell’ordine del giorno è stata approvata all’unanimità la ripartizione delle risorse finanziarie del consiglio comunale fra i vari gruppi consiliari per il bilancio 2022.
Il consiglio comunale si è chiuso con l’approvazione della modifica del Piano delle alienazioni con 19 voti favorevoli (Fratelli d'Italia, Ale Tomasi Sindaco, Amo Pistoia, Lega, Centristi Forza Italia) e 10 contrari (Partito Democratico, Civici e Riformisti, Pistoia Ecologista progressista). Il provvedimento è stato presentato in aula dall’assessore al bilancio Margherita Semplici.
«Il Piano delle alienazioni è un documento che viene aggiornato ogni anno a partire dal 2009 da parte del consiglio comunale, che individua i beni di proprietà dell’Amministrazione non strategici che possono essere venduti oppure possono essere messi a disposizione con altri strumenti, come la permuta».
Piano delle alienazioni formato da 121 cespiti.
«Con questa proposta di modifica – ha spiegato l’assessore al bilancio - il Piano delle alienazioni arriva a 121 cespiti. Si tratta di beni che sono stati nel tempo integrati, alcuni sono stati già venduti. Le integrazioni derivano non solo da procedimenti su iniziativa dell’Amministrazione, ma anche di singoli cittadini interessati che hanno proposto al Comune di poter acquistare un bene facendo un’offerta. Tra i beni inseriti nel Piano delle alienazioni figurano quelli residuali, cioè di piccole dimensione e ridotto valore economico. Si tratta di beni oggetto di richiesta di singoli cittadini (es. un resede stradale, piccolo appezzamento di terreno prossimo alle loro abitazioni)».
Leopoldine e Archivio di Stato.
«L’Archivio di Stato – prosegue Semplici – va ad aggiungersi alle ex scuole Leopoldine. Per entrambi il Ministero della Cultura, in particolare la Direzione generale archivi, ha manifestato, anche grazie ai fondi del Pnrr, la propria volontà di trovare in quei locali una sede definitiva dell’archivio. C’è già una concessione alla Direzione generale archivi del fabbricato Archivio di Stato che si affaccia su piazzetta delle Scuole Normali e che necessita di interventi di manutenzione molto rilevanti. Tali interventi hanno determinato una interlocuzione molto serrata negli anni scorsi con la Direzione generale archivi e l’Amministrazione, la quale ha proposto una concessione pluriennale o una messa a disposizione del bene che di fatto consentisse di ammortizzare investimenti che la stessa Direzione generale archivi avrebbe fatto su quel bene (all’epoca, infatti, non era inserito nel Piano delle alienazioni). La Direzione generale archivi ha fatto un’offerta per le scuole ex Leopoldine e per l’immobile dell’Archivio di Stato. Quindi con un decreto dell’allora ministro Franceschini è stata determinata la volontà di procedere alla compravendita e quindi noi oggi (lunedì ndr) provvediamo all’inserimento nel Piano delle alienazioni dell’Archivio di Stato che, insieme alle Leopoldine, costituiranno i lotti che saranno acquistati dal Ministero della Cultura. Il valore stimato per le Leopoldine è di 550.000 euro mentre l’importo per l’acquisto dell’Archivio di Stato è di 1.250.000 euro.
Polo della cultura.
«Si tratta di un’opportunità rilevante – ha detto Semplici - non solo di natura economico-finanziaria con risorse che saranno vincolate a spese per investimento indirizzate al settore sociale, perché Leopoldine e Archivio di Stato sono pervenute al Comune di Pistoia in base a una legge regionale degli anni Ottanta che vincola l’eventuale corrispettivo introitato a una spesa di investimento legata al settore dell’inclusione sociale. Ma quello che più convince in questa operazione di compravendita è il fatto che con l’acquisto da parte del ministero garantiremo la permanenza sine die dell’Archivio di Stato in quei locali all’interno del cuore pulsante della città, vicino alla Biblioteca Forteguerriana e anche alla chiesa di San Jacopo in Castellare, di cui è prossima la conclusione del restauro, il nucleo più antico della nostra città, come un vero e proprio polo della cultura».
Ex scuola dell’infanzia e centro cottura di Chiazzano ed ex scuola primaria di Bonelle.
«Si tratta di due ex scuole – ha spiegato l’assessore al bilancio – che sono state chiuse dall’Amministrazione perché le verifiche di vulnerabilità sismica e statica ne hanno determinato la chiusura. La ristrutturazione di questi due edifici sarebbe antieconomica. I costi di ristrutturazione e di messa a norma sarebbero superiori ai costi di costruzione di nuovi edifici. Tra l’altro alcuni soggetti del privato sociale hanno preso contatto con l’Amministrazione, dimostrandosi interessati all’acquisto dei due lotti, quindi l’Amministrazione ha ritenuto maturi i tempi per inserire i due cespiti nel piano. Infine l’ex centro cottura Chiazzano, che si trova vicino agli alloggi Erp inaugurati nelle scorse settimane, è oggetto di un contenzioso ancora pendente al Tribunale di Pistoia che dovrebbe definirsi entro febbraio 2023 e che vede contrapposti l’Amministrazione comunale proprietaria e un soggetto privato, Pinetina srl, che nel 2015 si era candidata a prendere in affitto quel bene, a utilizzarlo come centro di cottura e a fare numerosi lavori di adeguamento, che sarebbero stati scomputati dai canoni di spesa. In realtà questi lavori non sono mai stati iniziati».
Stadio comunale e Palazzetto dello Sport tolti dal Piano delle alienazioni.
«I due cespiti furono inseriti senza una stima del loro valore economico – ha ricordato l’assessore al bilancio - , neppure presunto, più per una questione di natura politica, all’epoca, che per una questione concreta di volontà alienazione, tanto è vero che poi i beni non sono stati venduti. L’ Amministrazione in questi anni ha investito parecchie risorse per ristrutturare i due beni e quindi abbiamo ritenuto di fare chiarezza una volta per tutte perché l’intento non è quello di procedere, nel contesto attuale, alla loro alienazione».
Pistoia ecologista progressista ha presentato un emendamento per togliere dal Piano delle alienazioni la ex scuola primaria di Bonelle, che è stato respinto con 11 voti favorevoli e 18 contrari.

Redazione

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