Dopo la segnalazione di una volontaria al Vaticano, il parroco di Vicofaro chiede un tavolo di dialogo tra Diocesi, Regione e Comune di Pistoia per presentare un piano di accoglienza per i migranti. Don Massimo vuole migliorare le condizioni di vita della comunità e ampliare le opportunità di integrazione.
Il Vaticano ha teso una mano di aiuto al centro di accoglienza di Vicofaro dopo la segnalazione di una volontaria piemontese. Quest'ultima fa parte di un gruppo che ogni anno si ferma all'hotel Le Rose, vicino a Vicofaro, per prestare aiuto alla comunità guidata da don Massimo. La lettera è stata inviata alla fine di ottobre e la risposta del Vaticano è arrivata il 21 dicembre (il testo integrale è pubblicato qui accanto).
In una conferenza stampa tenutasi ieri mattina nel salotto di una residente di via Santa Maria Maggiore, in cui erano in corso dei lavori davanti alla chiesa, don Massimo ha dichiarato che "attualmente il numero di migranti è intorno a 120. Abbiamo bisogno di un tavolo di dialogo tra Diocesi, Regione e Comune di Pistoia per presentare una richiesta al Vaticano. Per garantire la sicurezza delle strutture di Vicofaro, è necessario ristrutturare la cucina e allestire una mensa per i poveri. Dobbiamo sostituire il gas con le cucine a induzione e ridurre i costi grazie all'utilizzo dell'energia solare, tramite i pannelli solari installati sul tetto della chiesa. Non possiamo aumentare la potenza perché l'impianto è vecchio. Inoltre, abbiamo bisogno di ampliare gli spazi per l'accoglienza. Se proposto, potremmo valutare una struttura alternativa nelle vicinanze, come il convento delle Salesiane".
Don Massimo ha anche parlato dei progetti per aiutare i migranti ad integrarsi nella zona: "Creeremo un piano di uscita per trasferirli in appartamenti o altre strutture dove potranno alloggiare una volta che avranno un lavoro. Stabiliremo un ciclo di ingresso e uscita. Interceptioniamo gli ultimi, i marginalizzati. Rossi aveva promesso una cascina al confine con Buggiano, ma ci sono state resistenze politiche all'epoca. È un'opzione che potrebbe essere ripresa. Non sarebbe una Vicofaro2 perché sarebbe destinata solo ad alcune persone. Ora dobbiamo capire cosa intende fare il Comune per affrontare la piccola quantità di disagi segnalati da alcuni cittadini. Non prendiamo nulla da questi giovani. Sopravviviamo grazie alle donazioni, ma siamo costretti a fornire il minimo indispensabile. Abbiamo bisogno di più operatori, ma per ora ci affidiamo ai volontari, che sono comunque fondamentali, così come è stato l'intervento della chiesa mormone americana.
Redazione