Ci lascia, dopo una malattia durata 6 mesi, uno dei pilastri dell'agricoltura pesciatina: Turiddo Bonini, nato a Pescia il 27 gennaio 1939. Un floricoltore che dalla terra ha preso tutto, il rispetto e la cura per la coltivazione e l’accrescimento, a cui si è sempre ispirato nella vita e nella famiglia.
La sua formazione si è quotidianamente arricchita grazie alla passione smisurata per l'agricoltura. Presente da sempre ai convegni tecnici e alle manifestazione di settore, quando si parlava con lui di agricoltura e florovivaismo, anche di temi molto complessi, riusciva sempre a dare risposte aggiornate e semplici, come sanno fare solo coloro che hanno una grande preparazione, frutto d'esperienza, studio e sperimentazioni.
Visitare la sua azienda, dove i figli Roberto e Leonardo sono ormai saldamente alla conduzione, voleva dire riceverne una sensazione di organizzazione e bellezza concrete. Le colture dell’olivo e poi le stelle di natale, i crisantemi, tutt’oggi, erano sotto la sua supervisione e la sua ultima scelta; così come la sundevilla, che aveva voluto di concerto con i figli.
Sino a pochi giorni fa, malgrado la malattia, non mancava quasi mai di fare un giro in azienda, per poi passare nell’orto, dove pareva parlasse con le sue piante, per poi passare a giocare con i nipoti Silvia, Sandra, Giulio e dopo farsi caricare sulla Panda dalla nipote più grande, Caterina, per insegnargli a guidare l'auto nelle strade dell’azienda.
Alla moglie Liliana, donna eccezionale, l’abbraccio più forte. A Roberto e Leonardo che sono già la viva testimonianza dell'eredità di Turiddo, le mie più sentite condoglianze.
Andrea Vitali