...il giorno dell’ira, come da famosissima sequenza di Tommaso da Celano. Dies Illa, quel giorno insomma di tenebra e caligine in cui l’ultima tromba suonerà per il Giudizio. E quale giorno se non il 4 di Marzo, dedicato alle elezioni politiche, che però sono già trattate con alate parole da politologi, sociologi, antropologi, stravaccati sui divani del talk show. Più modestamente, io mi interrogo su quanto quel giorno impatterà sulla politica pesciatina e, segnatamente, sull’effetto che avrà circa l’anomalia inerente la situazione interna del Partito Democratico.
Tutto tace: maturato l’ennesimo rinvio per la scelta al dopo elezioni nazionali, tacitato alla bell’e meglio il rumore delle sciabole, si aspetta per la scelta l’esito dell’ordalia. Impudente come al solito, provo a dare corpo alle mie allucinazioni. Quel partito aveva effettuato un vero e proprio “mobbing” sul Consigliere Regionale, indicato, forse strumentalmente, come il “Migliore” e quindi il predestinato a dipanare la matassa del dopo Giurlani. Incassato il gran rifiuto alla Celestino V, il partito si esprimeva con bulgaro assemblearismo per la candidatura di Marco Della Felice. Tutto risolto? Macchè...disposto a sfidare le fiamme ma non le urne, il Nostro declina. Stento a credere per l’intemerata di Nicola Romagnani. Altro bolle nel pentolone.
Vediamo un po’: il voto politico potrebbe causare una flessione del partito di Renzi. Ma nei nevrastenici equilibri piddini, il redde rationem locale avverrà presumibilmente su quanto ci si discosti per difetto o per eccesso dalla percentuale nazionale. Se ad esempio Pescia dovesse essere distante in negativo, scatterebbe l’allarme rosso per il gruppo dirigente, ma soprattutto per quella che viene ritenuta la punta di diamante. Oso: scarterei l’ipotesi Elisa Romoli...è segretario comunale, ed il partito, sotto la sua guida, ha deliberato diversamente. Ciò cassa l’ipotesi primarie e la preferenza per l’eresiarca Nicola e probabilmente il placet per ogni altro soggetto. Salvo il Consigliere Regionale, da sempre prima scelta e presunta vittima sacrificale.
Ma nella situazione ipotizzata,le cose assumono un sapore diverso. Se si deve salvare la Patria Piddina dal grottesco, allora ci si assume un merito, che potrebbe essere ricompensato da adeguate garanzie. Tipo la riconferma in caso di sconfitta al Palazzo di Scandicci...eperché no, qualcosa di più. Consideriamo che la nostra Provincia ha capitalizzato per il PD, nelle ultime regionali, due consiglieri ed un assessore. La Toscana è rossa, e grande, però se si cala nei confronti di altri collegi, e magari scemando le seggiole, non diminuiscono i culi, c’è il rischio che la rappresentanza pistoiese sia decurtata. E se Liberi ed Uguali, proprio il 4 Marzo, dimostrerà di avere consensi bastevoli per un seggio europeo, cadendo nel 2019 l’appuntamento con Strasburgo, chi ci dice che il Granduca Rossi non opti per godersi colà un pensionamento dorato, facendo implodere il Governo Regionale? Ed è evidente, credo per tutti, come questa possibilità entri a gamba tesa nelle scelte di questi giorni pesciatini.
Non vedo altre ipotesi e possibili “cavalli di rincorsa”. Se quanto da me ipotizzato non dovesse verificarsi, mostrando il PD locale una tenuta elettorale in linea con il risultato nazionale e regionale, non rimane altra soluzione che una lista PD in appoggio ad un candidato esterno, un “usato sicuro”, pescato magari da uno dei partitini di coalizione. Questo passa il convento, e pensare che una volta il 4 Marzo era solo il compleanno di Lucio Dalla.
Marino Angeli