Da circa un mese esiste una novità piuttosto originale che riguarda la viabilità della Montagna Pistoiese. Bene si dirà: in questo periodo di crisi in generale e del turismo in particolare avrà sicuramente un effetto positivo .
Purtroppo la novità a cui mi riferisco va proprio in senso opposto: è stata attuata per scoraggiare la mobilità ecologica e il turismo in generale.
La strada N 633 nel tratto fra le località di Femmina Morta , Prunetta, Piteglio fino a Mammiano , la strada da Prunetta alle Piastre/ Valle del Reno e la strada della Val di Forfora che si diparte dal Margine di Momigno verso la Macchia Antonini presentano vistosi cartelli di divieto di transito alle biciclette ( sic !).
Decisione originale dicevo perché avendo pedalato in 4 continenti non ho mai trovato qualcosa di simile.
Quelle strade sono o meglio erano frequentate da ciclisti provenienti da Lucca, Pistoia, Prato e Firenze oltre a qualche straniero : forse solo qualche colazione per i bar del luogo ma ben più consistente il ritorno di alcuni con le famiglie per visitare i Paesi della Montagna Pistoiese spesso con sosta in uno dei pochi ristoranti rimasti aperti. Facile capire l’effetto negativo di immagine e di economia per l’intero territorio.
Passata la sorpresa iniziale i ciclisti si sono chiesti la ragione di questo divieto.
Fra le ipotesi di risposta la meno assurda che viene in mente è che in questo modo si vogliono evitare le richieste di indennizzo al Comune e/o Provincia in caso di caduta del ciclista a causa di alcune buche presenti sulla strada. A parte che con il costo dei numerosi cartelli installati si potevano chiudere dignitosamente le buche ma con questa logica geniale dovrebbero essere chiuse addirittura al transito pedonale anche molte strade in città.
Con la stessa logica potrebbe essere instaurato il divieto di respirare per impedire l’inalazione del virus : sicuramente più efficace delle mascherine ma spero che si concordi sulla sua assoluta immoralità.
Questa operazione è oltretutto contraria allo sviluppo della mobilità ecologica incoraggiata anche dal Governo col decreto di finanziamento a bici e mononopattini.
Invito pertanto i Responsabili a rientrare nella logica del buon senso e rimuovere il divieto di transito alla biciclette. Tornare sulle proprie decisioni può sembrare umiliante ma sarebbe invece molto apprezzato da ciclisti, famigliari e operatori turistici.
Giuseppe Pettinà