Con una mozione, il gruppo consiliare di Pescia Cambia esprime ufficialmente la sua contrarietà alla ipotesi di una duplice chiusura di reparti all’ospedale SS Cosma e Damiano. Con l'ipotesi che il punto nascite e chirurgia abbiano i giorni contati i consiglieri comunali vogliono farsi sentire anche a livello istituzionale.
La strategia di Pescia Cambia è portare in consiglio comunale questo problema e poi coinvolgere le istituzioni, a partire dalla Società della Salute e dalla Conferenza dei Sindaci, per interrompere una tendenza che a loro giudizio appare chiara e che porterà, se non fermata, a un ridimensionamento del nosocomio pesciatino, con gravi ripercussioni sulla offerta sanitaria e, di conseguenza, sulla qualità della vita di tutti i pesciatini e gli abitanti della Valdinievole.
Questo il testo della mozione che è stato protocollato.
“Si susseguono notizie allarmanti sulla chiusura estiva del punto nascita e della chirurgia del nostro Ospedale, mentre dall'ASL non arriva nessuna comunicazione ufficiale.
Si tratta di una prospettiva assolutamente inaccettabile e da rigettare in toto, né possono essere sufficienti i richiami alla carenza di personale, le ferie estive né tanto meno alla sofferenza, si dice, del bilancio della sanità regionale.
A quale strategia corrispondono queste notizie e soprattutto esiste una strategia di riorganizzazione della sanità regionale e locale del postpandemia, oppure semplicemente e drammaticamente si smantellano servizi essenziali per far cassa aldilà della qualità dei servizi stessi e del diritto costituzionale dei cittadini alla salute, eppure la stessa pandemia ha messo in evidenza l'assoluta necessità di rafforzare a livello delle zone la sanità e i servizi sociosanitari.
Inaccettabile quindi la chiusura del punto nascita, assurda anche alla luce delle scelte passate che avevano riqualificato con risorse ingenti la struttura e i servizi del punto nascita, fino ai servizi collaterali del pre e post parto. Decisione che ci preoccupa anche in funzione del mantenimento in futuro del punto nascita a Pescia.
Se a questa scelta si unisex anche la paventata chiusura della chirurgia si determinerebbero conseguenze a cascata su tanti altri servizi minandone l'efficienza, a partire dal Pronto soccorso. Una prospettiva inaccettabile per I cittadini di Pescia e della Valdinievole, soprattutto poi per le donne costrette a partorire a Pistoia o in altri luoghi.
E' ora di dire basta a quella che sembra essere diventata l'unica strategia della Regione: lo sviluppo di quello che viene chiamato il turismo sanitario, con le persone sballottate in giro in Toscana per ricevere le dovute prestazioni sanitarie, favorendo di fatto lo spostamento verso la sanità privata o peggio ancora la rinuncia alle cure, quindi la fine di un diritto fondamentale: la salute.
Il gruppo di Pescia cambia si è già fatto promotore di mozioni, richiesta di incontro all'Asl, basta pensare alla vicenda del CUP, non ricevendo né risposte adeguate né mobilitazione e impegno da parte delle forse politiche locali o regionali. Crediamo invece che sia necessaria fin da subito una grande mobilitazione istituzionale e civile capace di mobilitare coscienze e persone in difesa dei propri diritti.
Il Consiglio comunale di Pescia esprime la propria assoluta contrarietà ad una scelta che penalizzerebbe in modo insostenibile la qualità e la quantità dei servizi erogati dall'ospedale alla comunità valdinievolina, a cominciare dalle donne, e ai diritti di salute della stessa;
Chiede
alle forze politiche, alle istituzioni, alla comunità pesciatina e valdinievolina una mobilitazione unitaria a difesa dell'ospedale e dei suoi servizi;
alla Regione Toscana, all'Asl centro e alla Conferenza dei Sindaci di definire una strategia di potenziamento dell'ospedale e dei servizi territoriali, essenziale per la salvaguardia della salute dei cittadini.
Redazione