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“Facciamoci un selfie”. Un progetto di promozione alla salute per gli operatori del San Jacopo. E’ il primo del genere. Coinvolti 1.363 operatori

E’ possibile trovare un equilibrio tra vita privata e lavorativa e viceversa? Con il progetto “Facciamoci un selfie” (al momento unico nel suo genere) sarà condotta un’indagine tra gli operatori del San Jacopo sui loro stili di vita.
Nel presidio ospedaliero di Pistoia ci si occuperà, per la prima volta, in modo concreto, della salute dei dipendenti; in tutto 1.363 operatori.
L’innovativo progetto prevede tre step: l’autovalutazione (attraverso la semplicissima compilazione di un test), i focus group sulle eventuali criticità con incontri organizzati all’interno del presidio ospedaliero e, a seguire, veri e propri corsi di educazione (dall’attività motoria, alla nutrizione, fino alle relazioni psicologiche).
Mentre fino a questo momento il personale sanitario è stato prevalentemente indagato per gli aspetti biomedici con “Facciamoci un Selfie” cambia l’approccio dell’indagine: sarà ogni singolo operatore ad autovalutarsi nelle sue abitudini riconosciute scientificamente come determinanti per la salute (nutrizionali, comportamentali, relazionali, fisiologiche, …).
Il progetto prende spunto da una indagine già condotta nella struttura operativa complessa di Nefrologia e Dialisi diretta dal dottor Alessandro Capitanini,  il quale ha arruolato 37 infermieri (una popolazione omogenea) valutati nei loro stili di vita e nelle loro abitudini.
“Abbiamo iniziato prendendo in esame le abitudini alimentari  –spiega Capitanini-  e chiedendo a tutti i partecipanti di raccogliere i loro scontrini della spesa di una settimana. Il 55% del campione si alimentava con cibi raffinati e/o processati; l’11% usava regolarmente junk food; il 60% non mangiava abitualmente  legumi e cereali integrali; il 20% non consumava a tutti i pasti frutta e verdura; il 33% usava molto cibo animale e il 48% non faceva una prima colazione sufficiente. Nell’indagine sono state autovalutate ulteriori abitudini che hanno rilevato estremi livelli di sedentarietà (70%), sovrappeso (67%), con scarsa quantità e qualità del sonno (44%) e scorretti stili di vita con abitudine al fumo (25%) e assenza di momenti introspettivi (32%)”.
Tale progetto, che è stato pubblicato su una rivista scientifica internazionale (“Un selfie in dialisi: valutazione delle abitudini personali degli infermieri di un centro dialisi”), ora sarà esteso a tutto il personale dell’Ospedale di Pistoia con l’obiettivo di offrire strumenti pratici per il cambiamento.
Gli incontri con il personale sono già iniziati in questi giorni.
Il Gruppo di lavoro che ha elaborato il Progetto è multidisciplinare è comprende le dottoressa Donatella Reami (medicina preventiva), Donatella Salvi e Sara Menzoni (servizio prevenzione e protezione, ambito Pistoia e Prato) e Alessio Bonari (psicologo).
“In sanità in genere – prosegue Capitanini- vengono proposte indagini che esplorano solo l’ambiente lavorativo e, soprattutto, non offrono poi una restituzione sui risultati e sulle strategie adottabili per migliorare il proprio stato di salute. Con il progetto che sarà condotto al San Jacopo gli operatori che aderiranno saranno indagati nella loro interezza: come persone in tutti i loro ambiti di vita e riceveranno i risultati individuali ai quali seguiranno azioni e iniziative concrete”.
“Penso che una volta sperimentato all’ospedale di Pistoia il progetto potrà essere esteso a tutta la nostra Azienda Sanitaria, con l’intento della tutela della salute degli operatori. Il progetto, al quale aderirò anche personalmente, è veramente una novità assoluta. Il modello, già adottato in altri paesi da grandi gruppi privati, potrebbe rappresentare una strategia per migliorare soddisfazione e risultati del personale passando dal cosa migliorare al come farlo con offerta di strumenti concreti per il cambiamento” – ha dichiarato il Direttore del Dipartimento delle Specalistiche Mediche, dottor Giancarlo Landini.
Facciamoci un selfie” ha ottenuto il pieno sostegno anche dalla Direzione Sanitaria del presidio ospedaliero e la dottoressa Lucilla Di Renzo,  anche come Direttore della rete ospedaliera aziendale ha commentato: “è un vero e proprio progetto di prevenzione primaria che punta a stimolare la consapevolezza sui nostri stili di vita; ormai è ampiamente dimostrato che le abitudini non corrette possono avere effetti negativi sulla nostra salute e quindi averne la consapevolezza ci aiuterà a modificare in meglio i nostri comportamenti sia nella vita privata che professionale”.

Redazione

 

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