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L'ARTISTA? UN PO' DEMIURGO UN PO' VOYEUR DEL PROCESSO CREATIVO

 

SERRAVALLE (PT) - Inaugurazione mercoledì 29 febbraio alle 20 con una cena speciale, e segretata, in cui lo chef Massimo Neri presenterà nuovi piatti liberamente ispirati alle opere del sempre più quotato artista pratese. L’esposizione prosegue fino al 15 aprile negli orari di apertura del ristorante-galleria di Neri: dal mercoledì alla domenica. 

 

 

«Considero come elementi originari del disegno il contrasto tra nero e bianco, tra oscurità e luce, la linea e l’assenza. L’assenza, in particolare, si declina spesso come assenza dell’Autore. La manualità è ridotta al minimo e così favorisce la libera nascita dell’opera attraverso forze esterne alla mia volontà».
Queste parole pronunciate da Emanuele Becheri alcuni giorni fa a una giornalista francese in occasione dell’apertura della sua personale a Bordeaux ben riassumono il senso di due dei lavori che l’artista pratese esporrà dal 29 febbraio, giorno dell’inaugurazione, al 15 aprile al ristorante-galleria Sciató di Serravalle Pistoiese dello chef Massimo Neri. Si tratta di un’opera della serie “Shining”, costituita da grandi carte nere da fondale fotografico segnate dalle scie luminose di chiocciole lasciate libere di vagarci sopra per un tempo imprevedibile, e di un’altra che fa parte di “Impressioni”, serie presentata nel 2010 alla Galerija Gregor Podnar di Berlino in cui Becheri si è limitato a premere pezzi di carta bianca adesiva su delle ragnatele trasformandole con un atto quasi cieco in oggetti bidimensionali che sembrano delle fotografie in bianco e nero.  
Ma anche nel terzo lavoro in esposizione allo Sciató, il video intitolato con citazione dall’Amleto di Shakespeare “Time out of joint” (Il tempo è fuori dai cardini), in cui si susseguono tre sequenze visive di accendini che «arrogati dal loro stesso fuoco si consumano fino ad essere inghiottiti» nel buio della notte, si manifesta uno degli elementi chiave della poetica di Becheri: la messa in discussione del concetto di autore. Il fatto che, qualunque sia il medium utilizzato, l’artista agisce prima come «un demiurgo sistematico» che crea il meccanismo dell’atto creativo, ma poi si assenta, si mette in disparte «in una sorta di posizione voyeuristica» e si limita ad assistere al farsi autonomo e mai del tutto prevedibile dell’opera artistica. I coautori sono a volte animali (i ragni e le chiocciole) a volte processi fisici (la combustione).   
In occasione dell’inaugurazione della mostra, mercoledì 29 febbraio, alle 20, lo Sciató di Serravalle presenterà una cena il cui menu sarà caratterizzato da alcuni nuovi piatti che lo chef Massimo Neri ha elaborato ispirandosi liberamente alle opere di Becheri. Sia il menù che la carta dei vini sono al momento rigorosamente segretati. Unica notizia che trapela dalla cucina è il prezzo di 35 euro, vini compresi. 
La mostra prosegue fino al 15 aprile e può essere visitata dai clienti di Sciató nell’orario di apertura del ristorante: mercoledì, giovedì, venerdì e sabato a cena, la domenica a pranzo.

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