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CASALGUIDI- La Fiera di Casalguidi non si ferma neppure in tempo di Covid, giunta alla 135esima edizione, si attesta come a una delle fiere più antiche d'Italia. Una decisione, quella presa dall'amministrazione comunale, che va verso il tentativo di tornare alla normalità, ma soprattutto per mantenere vive le tradizioni. Ma quest'anno sarà in forma ridotta, cosa che ha creato disagio e malcontento in una ventina di ambulanti storici che a causa delle restrizioni della fiera sono rimasti senza lo spazio che da decenni occupavano.

Il coro di protesta da parte degli ambulanti del settore fieristico è rappresentato da Valeria Baronti presidente AFI (Associazione fieristi italiani) che denuncia il disagio vissuto dai fieristi, dovuto al Covid 19, che però loro percepiscono più come una grande manovra politica che un'emergenza sanitaria.

“La nostra categoria è ferma dal 25 di febbraio - sottolinea Baronti - nonostante i vari DCPN governativi e le varie ordinanze regionali abbiano riabilitato lo svolgimento delle fiere su aree pubbliche. Si parla di manifestazioni all'aperto, eventi con rischi di contagio molto limitati che sono gli stessi dei mercati ordinari”.
La categoria è disposta e disponibile a valutare le varie misure di contenimento con i vari controlli sanitari e i vari dispositivi di protezione sia individuali e di salvaguardia della clientela, adottanto misure di distanzamento sociale e della disposizione dei banchi. Ma nonostante tutto i fieristi continuano a sentirsi invisibili per le amministrazioni.

“E' brutto da dirsi – continua il presidente Afi - ma noi siamo quasi disposti a prostituirsi, si fa per dire, pur di strappare una giornata di lavoro, ma gli enti sembrano sordi a qualsiasi nostra richiesta di aiuto”.
A maggio il Comune si pronunciò nell'idea di non fare la fiera. L'associazione fieristi si dette molto da fare affinchè l'evento si organizzasse.

“Ci siamo attivati per stimolare i governanti, abbiamo offerto il nostro contributo, offrendo la nostra collaborazione allo svolgimento nell'adozione delle varie misure di contenimento covid e collaborando alla parte burocratica, cercando di poter strappare una giornata di lavoro. Racconta Baronti-. E' chiaro chi si è battuto per riorganizzare l'evento sono gli operatori storici che da decenni fanno parte di questa iniziativa. La nostra però è stata un'odissea per poi concludersi in un azione che sembrava fosse diventata una questione personale da parte degli amministratori locali contro i nostri colleghi e i nostri associati fieristi. Gli amministratori hanno cambiato le modaalità di partecipazione alla fiera. All'inizio la locandina promuoveva l'evento come la 135esima edizione della fiera ma quando è uscito il bando di partecipazione il nome era cambiato in “ Casale in festa” con nuove modalità di partecipazione, estraniando i vecchi partecipanti, proprio coloro che si erano fortemente battuti per organizzare l'evento. I posti sono stati ridotti di oltre il 50 per cento e l'amministrazione ha deciso la sorte di 20 famiglie che da febbraio sono ferme e che hanno il diritto di vivere con dignità senza dovere sempre abbassarsi a chiedere un lavoro”.

Gli ambulanti fieristi sono quella categoria di disoccupati che il lavoro lo hanno largamente pagato con le concessioni comunali.
“I comuni quando vogliono non ci fanno lavorare ed è una cosa che va contro tutti i principi costituzionali, soprattutto va contro al primo articolo della costituzione italiana”.
C'è tanta amarezza e diffidenza negli ambulanti, non c è speranza, non riescono a vedere la luce in fondo al tunnel.
“Sempre più amministrazioni comunali, per un motivo che non ci è dato sapere, decidono solo di annullare gli eventi ordinari, autorizzando invece gli straordinari, cosa che a livello sanitario noi non abbiamo ancora capito quale sia la differenza. Nello specifico di Casalguidi, è stata una rispercussione a giudizio nostro quasi personale. Non ha motivo di esistere un assembramento di eventi e manifestazioni tutti in una piazza, quando fino all'anno scorso, le vie, le strade e le piazze interessate erano molte di più e su un' area più vasta, dove se anche quest' anno, fosse stato fatto un copia incolla, le misure di sicurezza ci sarebbero state, sia a livello sanitario da protocollo Covid, sia a livello ambientale sotto la sicurezza antiterrorismo”.

Anche Katiuscia Martini un'altra fierista impegnata affinchè si organizzassa la fiera ha partecipato insieme alla presidente Afi a incontri con l'amministrazione per esporre le proprie idee su la disposizione della fiera.
“Non possono usare la scusa delle elezioni, per ridurre gli spazi- spiega Martini - perchè le due cose potevano conciliare. I trattori invece che in piazza al posto dei banchi potevano essere sistemati nel piazzale del cimitero con la traversa adiacente. Nella strada principale i banchi potevano essere disposti tutti su di un lato fino alla gelateria ,come è sempre stato . Questo per dare continuità alla fiera e fare lavorare in modo corretto anche l'attività commerciali - continua Martini. Abbiamo proposto questa eventualità al sindaco Lunardi che l'ha ritenuto giusta, inoltre per lui non rappresentava neppure un problema di responsabilità maggiore rispetto a come verrà utilizzata la fiera. Ha portato la proposta in giunta ma non è stata approvata”.
"Il buon governo deve tenere conto delle necessità imminenti della popolazione- conclude la presidente AFI- ma la parte politica del comune in questione ha fatto di tutto per mal governare sotto tutti i profili: anche questi hanno favorito i parassiti, vedi varie associazioni, a discapito dei contribuenti dimenticando o facendo finta di dimenticare chi fa loro lo stipendio cosa di cui noi ne siamo privi dal 25 febbraio”.

Benedetta Vettori assessore al Commercio, Fiere e Mercati del Comune di Serravalle ha spiegato la versione dell'amministrazione comunale.

“La decisione iniziale dell'amministrazione era quella di non fare la fiera- spiega Vettori- perchè non c'erano le condizioni e le fiere e le sagre erano state annullate dai decreti ministeriali. Abbiamo iniziato a pensare alla possibilità di organizzare una manifestazione più piccola quando a giugno la regione Toscana ha fatto un'ordinanza in cui si riapriva la possibilità di fare sagre e fiere. Gli ambulanti in questione non hanno meriti su la decisione che abbiamo preso- continua Vettori- i meriti sono delle associazione e i comitati che ci hanno cercato per organizzare una manifestazione che somigliasse alla fiera. Inizialmente è vero è stata annunciata come fiera, perchè organizzata gli stessi giorni di quella tradizionale con la fiera del bestiame e la presenza dei trattori”. L'amministrazione, l'associazione Casale nell cuore, il Comitato fiera e la ProLoco di Cantagrillo e Casalguidi hanno da subitp di fare una versione molto ridotta rispetto a gli anni passati per contenere l'investimento in una fiera che a causa dei contagi covid in aumento potrebbe essere annullata in qualsiasi momento. La scelta di farla ridotta è dovuta anche a queste incertezze.

“Per organizzare la manifestazione abbiamo messo in piazza in forma ridotta la parte che era destinata alla palestra- spiega Vettori- dove ci saranno anche mezzi agricoli, non trattori ma cose più piccole. Per avvicinare tutto alla piazza la fiera del bestiame viene fatta ai giardini vicino alle Milleluci”

La fiera coincide con i giorni delle elezioni e una parte della palestra deve rimanere libera, la parte esterna è destinata ad area parcheggio. .

“Quando ho annuccianto che la fiera si sarebbe fatta in forma ridotta uno degli esponenti ambulanti mi disse che l'importante era che la fiera venisse fatta- racconta l'assessore- io in quell'occasione sottolineai che i posti disponibili sarebbero stati molti meno”.

Nelle precedenti edizioni i posti per gli abulanti erano 44 e l'area fiera era molto vasta.

“In questa edizione gli spazi disponibil sarebbero stati solo 14. Con il Suap e la Polizia municipale abbiamo cercato la possibilità di sistemare altri banchi – spiega Vettori- e siamo arrivati a trvare 24 spazi, più di questo non si poteva fare perchè altri banchi sarebbero stati sistemati in zone morte dove non passa nessuno”

Vettori ha spiegato che per come è strutturata e organizzata la manifestazione hanno dovuto rifare un bando da capo.

“Non vale più il criterio secondo il quale gli ambulanti partecipano in base all'anzianità di presenza- sottolinea l'assessore- ma abbiamo scelto il criterio delle manifestazioni straordinarie dove vale l'anzianità d'impresa. Ho cercato di spieganlo a questi ambulanti ma ci hanno accusato di avere fatto questa scelta per motivi politici per favorire e fare lavorare il Comitato fiera, che va solo ringraziato c'è solo da ringraziare ed essere grati perchè è per loro che la fiera va avanti da tanti anni e grazie a loro 44 aziende tutti gli anni lavorano”.

Gina Nesti

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