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A maggio il festival di antropologia, intanto ecco la raccolta delle lezioni sul tema «Altri orizzonti». Un assaggio aspettando i nuovi ospiti. «Dialoghi», tutta la saggezza in un nuovo libro.

«Penso dunque sono» sosteneva Cartesio, ma non è il solo pensiero a renderci noi stessi. È anche il camminare, lo spostarsi, qualsiasi sia il motivo che muove il mettersi in cammino. Un pacchetto di riflessioni che merita l’approfondimento del nuovo volume della serie Dialoghi di Pistoia edita da Utet, dal titolo «Altri orizzonti. Camminare, conoscere, scoprire» che attraverso la voce di sei pensatori offre al lettore riflessioni sull’anelito che ha segnato l’evoluzione del genere umano. Un tema, questo, che ha segnato il focus della passata edizione del festival, la dodicesima, servita a comprendere di più e meglio quanto sia il movimento ad averci resi umani. Fil rouge del libro è l’esigenza di andare oltre il qui e ora alla ricerca di forme di spiritualità, di nuovi incontri, di altri orizzonti geografici, linguistici o filosofici. Con 19 libri pubblicati e una tiratura complessiva di oltre 100mila copie, la serie – ideata e diretta da Giulia Cogoli e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia – costituisce uno degli strumenti con i quali, da ormai 10 anni, i «Dialoghi» forniscono a una platea sempre più vasta occasioni di approfondimento culturale, oltre la tre-giorni della manifestazione.
La raccolta (già in libreria) affronta il rapporto tra movimento e conoscenza, perché muoversi è l’unica possibilità per allargare l’orizzonte di quel che sappiamo. Ecco dunque che l’antropologo Marco Aime racconta qui la storia di due donne che, a inizio Novecento, sfidarono l’ambiente maschile dell’antropologia per uscire dall’accademia ed effettuare ricerche sul campo. Al capitolo successivo la testimonianza del filosofo Duccio Demetrio che descrive la relazione tra pensiero e cammino, individuando nel movimento la metafora filosofica della condizione umana; poi l’antropologo Adriano Favole che esamina i resoconti di viaggio di Bruce Chatwin per ritrovare quel senso del vagabondaggio che può aiutarci a esaminare il presente e re-imparare a spostarci in un mondo post-pandemico. Con la sociolinguista Vera Gheno si procede a un’osservazione del vagare inafferrabile della lingua, necessario per districarci nella complessità del presente, mentre il filosofo Marco Vannini parte dall’ascesa di Petrarca al Monte Ventoso per parlarci dell’allargamento degli orizzonti esteriori, punto di vista privilegiato sull’interiorità per conoscere veramente la propria anima.
L’ultimo testo è dello storico Alessandro Vanoli, che spazia dalla leggenda di Sindbad al «Milione» di Marco Polo per mostrarci come la mente umana abbia sempre immaginato mondi favolosi prima ancora di osservarli. Le sei voci che compongono l’antologia hanno fatto parte del «cast» dei Dialoghi, alcuni anche a più riprese. Il festival si svolgerà nella sua nuova edizione da venerdì 27 a domenica 29 maggio e avrà come tema «Narrare humanum est. La vita come intreccio di storie e immaginari». In attesa del via, il 27 aprile (alle 11) al teatro Bolognini si svolgerà il secondo e ultimo incontro preparatorio condotto dal filosofo Duccio Demetrio.

Redazione

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