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La rappresentazione di ZIO VANJA di Anton Čechov su adattamento e regia Roberto Valerio con (in o.a.) Pietro Bontempo, Mimosa Campironi, Giuseppe Cederna, Vanessa Gravina Massimo Grigò, Alberto Mancioppi, Elisabetta Piccolomini, costumi Lucia Mariani - luci Emiliano Pona - suono Alessandro Saviozzi, andrà in scena al teatro Manzoni di Pistoia (Corso Gramsci, 127) da questa sera, venerdì 22 a domenica 24 Aprile (feriali ore 21, festivo ore 16).

Si conclude, sul palco del Teatro Manzoni di Pistoia dal 22 al 24 aprile (feriali ore 21, festivo ore 16), questa prima parte di tournée della nuova produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese, ZIO VANJA di Čechov, con la regia di Roberto Valerio, che ha visto la presenza dello spettacolo in numerosi teatri italiani e in Svizzera. Il tour riprenderà nel 2023.
Zio Vanja” nasce a tre anni dal fortunato debutto di Tartufo di Molière, diretto da Roberto Valerio, di cui l’Associazione Teatrale Pistoiese ha prodotto altri spettacoli di successo: ricordiamo Il Vantone di Pasolini, L’Impresario delle Smirne di Goldoni, Casa di Bambola di Ibsen.
In scena Giuseppe Cederna e Vanessa Gravina (già applauditi protagonisti di Tartufo), nei ruoli di Zio Vanja e Elena, assieme a Pietro Bontempo (Astrov), Mimosa Campironi (Sonja), Alberto Mancioppi (il professore), Elisabetta Piccolomini (Marjia) e Massimo Grigò (Telegin). Costumi, luci e suono sono firmati, rispettivamente, da Lucia Mariani, Emiliano Pona e Alessandro Saviozzi.
Una messinscena che oscilla tra realismo e onirico, tra dramma e commedia, tra risate e pianti, tra malinconie cecoviane ed energia pura. Uno spettacolo dove le immagini, i suoni e la recitazione si compenetrano per rappresentare la tragicommedia della vita.
Dramma russo che Čechov considerava però una commedia, quasi un vaudeville, che vide il debutto ufficiale il 26 ottobre 1899, al Teatro d'arte di Mosca, con la regia di Vladimir Ivanovič Nemirovič-Dančenko e Konstantin Sergeevič Stanislavskij, Zio Vanja è la rappresentazione delle grandi illusioni, di percorsi che iniziano per poi tornare al punto di partenza, della noia, che non è spazio per la creatività ma al contrario anticamera della depressione, maschera della paura che paralizza impedendo di realizzare i propri progetti e che Roberto Valerio ha deciso di restituire però con una messa in scena a contrasto, energica, movimentata.
Commenta il regista: “Zio Vanja è uno dei testi più rappresentativi del teatro russo e noi abbiamo debuttato con lo spettacolo proprio in un momento particolarmente difficile, come sappiamo. Sono convinto che la cultura sia tra i pochi antidoti alla guerra perché consente cambi di prospettiva, appiana le differenze, è inclusiva, sviluppa il senso critico, la cui dilagante mancanza è fra le principali aggravanti di tempi già durissimi”.
Uno spazio vuoto. In primo piano una vecchia credenza ed un tavolo, elementi che rimandano alla quotidianità della vita in campagna. Sullo sfondo appaiono e scompaiono elementi onirici o iperrealistici: un’altalena che scende dal cielo, una botte di vino gigante per l’ubriacatura notturna, un pianoforte che ricorda l’infanzia, un albero di beckettiana memoria. È la scena che Valerio ha scelto per raccontare la vita che Vanja, sua nipote Sonja, l’anziana maman Marija, Telegin e il dottor Astrov, conducono in una casa rurale all’arrivo del proprietario, l’illustre professor Serebrjakov e dalla sua bellissima seconda moglie Elena. I personaggi che si muovono davanti al pubblico non sono eroi e eroine, sono persone comuni, immerse nel flusso della vita, con i quali è facile immedesimarsi, che chi guarda può sentire immediatamente vicino. Sono anime smarrite con passioni, slanci, delusioni, le stesse emozioni che accompagnano la vita di tanti. Ogni personaggio insegue i propri pensieri, le proprie aspirazioni, sogni, sofferenze senza davvero comunicarli agli altri, sordo a quelli dell’altro. Tutti desiderano il riscatto, tutti sono incapaci di agire per ottenerlo, vogliono amare e essere amati ma il desiderio non si tramuta mai in realizzazione. Nella commedia si bevono molta vodka e molto vino, per diciassette volte Čechov invita a bere i personaggi: si evade la realtà, si cerca l’illusione che apre varchi di finta soddisfazione “Quando non c’è vita vera, si vive di miraggi”, dice, ad un certo punto zio Vanja.
Roberto Valerio continua: “Zio Vanja è un’opera delle occasioni mancate, della rinuncia, basata su un vero e proprio meccanismo di inerzia. Così come in Beckett i due clown Vladimiro ed Estragone attendono Godot, così i personaggi di Čechov attendono, invano anch’essi, la felicità e un futuro migliore. Ma non manca l’ironia, che anzi pervade tutto il testo”. L’opera presenta continui spunti burleschi e tragicomici: il ridicolo tentativo di Vanja di uccidere il Professore Serebrjakov con un colpo di pistola, il penoso tentativo di suicidio dello stesso Vanja con una bustina di morfina, il goffo corteggiamento alla bella e ambigua Elena da parte sempre di Vanja, le ubriacature notturne, le tante piccole stranezze che coltivano tutti i personaggi e che li rendono degli amabili stravaganti bislacchi, sono solo alcuni esempi. “Tu sei il re dei buffoni”, dice il dottor Astrov a Vanja.

I biglietti acquistati per le date precedentemente annunciate di Zio Vanja (dal 4 al 6 marzo, poi rinviate) sono validi per le nuove recite.

Ricordiamo che con la GIOVANI CARD 2022, promossa da Teatridipistoia e Unicoop Firenze, i giovani tra i 14 e 30 anni potranno assistere agli spettacoli a 8,00 euro. Inoltre, per chi si iscriverà al laboratorio di Francesca Sarteanesi, "Almeno Nevicasse" (un laboratorio intensivo di ricerca tra parole, ago, fili e maglioni con performance/mostra finale) in programma al Funaro dal 13 al 15 maggio, sarà riservato l'ingresso ridotto ad una delle repliche di Zio Vanja.

Le STAGIONI dell’Associazione Teatrale Pistoiese sono realizzate e rese possibili grazie al fondamentale sostegno dei due soci fondatori di ATP, Comune di Pistoia e Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, del Ministero della Cultura, della Regione Toscana, con il prezioso contributo di Far.com, Toscana Energia, Publiacqua e Unicoop Firenze, partner istituzionali di tutta l’attività.

Biglietti: Platea e posto palco 1°/2°/3° ordine centrali: 18,00 (intero), 15,00 (ridotto*); Posto palco 1°/2°3° ordine laterali (13,00 intero), 11,00 (ridotto*); Galleria (10,00); in tutti i settori: 5,00 euro (under14); 8,00 euro (possessori Giovani Card Unicoop – Teatridipistoia; possessori Carta dello Studente della Toscana), 10,00 (under30).
*Riduzioni: Over65, Under30, possessori della Carta Fedeltà Far.com, soci Unicoop Firenze, abbonati delle stagioni ATP 2019/2020 (prosa Manzoni, sinfonica e cameristica), iscritti Scuola di Musica e Danza “Mabellini”, tesserati il Funaro, iscritti FAI, CRAL, Associazione culturali convenzionate con l’Associazione Teatrale Pistoiese.

Prevendita: Biglietteria Teatro Manzoni 0573991609-27112 (dal martedì al giovedì ore 16/19; venerdì e sabato ore 11/13 e 16/19). La sera del concerto apertura dalle ore 20; online su www.bigliettoveloce.it - www.teatridipistoia.it

L’accesso del pubblico ai concerti è condizionato all’esibizione del Green Pass rafforzato, in corso di validità (ad esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti per patologie pregresse) e all’utilizzo della mascherina FFP2 per l’intera durata del concerto.

Redazione

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