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Il duro attacco di Confesercenti: la provincia è tra le peggiori in Toscana Per il direttore Bruzzani serve un piano strategico per non perdere l’occasionePnrr, fondi da intercettare «Ma mancano i progetti»

Tra le peggiori province nella ’caccia’ ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Confesercenti da tempo denuncia il ritardo di Pistoia sulle progettualità idonee a ricevere i fondi del Pnrr: «Tanto è vero che la nostra provincia è tra le ultime in Toscana, regione che già non brilla, trovandosi al dodicesimo posto in Italia». Un brutto smacco. «Eppure Pistoia possiede risorse in linea con le finalità del Pnrr ovvero green, mobilità sostenibile, turismo – commenta Riccardo Bruzzani, direttore provinciale Confesercenti –, ma non riesce a mettere a frutto le potenzialità per farne un moltiplicatore della crescita. A monte dell’impegno per recuperare il ritardo ci sono le infrastrutture materiali e immateriali, decisive per la crescita e riguardanti viabilità, ferrovia, rete WiFi. E’ accettabile che resti irrisolto l’attraversamento dei binari a Montecatini e non si riesca a concludere i lavori della galleria di Serravalle? O che non sia realizzata un’uscita dalla A11 degna di un Paese avanzato? O ancora che si viaggi sulle strade del Granduca o non sia presente una rete WiFi su tutto il territorio? Nella desolazione dello stato delle Terme, c’è l’ipotesi degli Uffizi diffusi a Montecatini nello stabilimento Excelsior. Il Pnrr è tema, come dice il premier Draghi, di tutto il Paese. Ognuno deve fare il proprio mestiere e elaborare progetti e non soltanto rivendicazioni, poi bisogna scegliere priorità e condividerle».
Per Confesercenti la priorità è un piano strategico che affronti la rimodulazione del sistema distributivo. Lo impongono il peso acquisito dai grandi gruppi del commercio online e la volontà di mantenere il valore sociale e culturale, oltre che economico, dei negozi di vicinato.
«Le imprese perciò devono riposizionarsi con investimenti, riqualificare il personale, assumere giovani qualificati. Il digitale, a misura delle piccole imprese e dei territori, è una necessità assoluta per coniugare innovazione e rapporti umani. I centri commerciali digitali possono diventare l’offerta di una rete d’imprese che unisce commercio, cultura ed eventi – aggiunge Bruzzani –. In tal modo si realizza una nuova qualità nel rapporto domanda e offerta, tra consumatori e piccole imprese». L’obiettivo fondamentale è rendere la città smart, green, sostenibile per una diversa economia e un innalzamento della qualità della vita. «Non va in questa direzione l’abbondante attraversamento della città e dei centri storici di camioncini che magari consegnano al consumatore solo una lametta o un barattolo di pomodori. La logistica diventa un aspetto essenziale. Serve un patto per intercettare i fondi».

Redazione

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