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Il patto siglato in Regione prevede interventi per migliorare il recuperaro delle acque di coltivazione, fondi europei a sostegno delle imprese del settore vivaistico per dire addio al glifosato e un marchio «glifosate-free» per lanciare in Italia e all’esterno le aziende virtuose.

Ieri, in Regione Toscana, è stato siglato un patto dal governatore Enrico Rossi, dagli assessori Federica Fratoni e Marco Remaschi e dal presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, Luca Magazzini, alla presenza del presidente del Distretto vivaistico Francesco Mati per dire addio al glifosato.
L’obiettivo è quello di ridurre gradualmente l’utilizzo del glifosate, il diserbante ritenuto pericoloso per la salute umana e per l’ambiente, per arrivare a bandirlo del tutto entro il dicembre 2021, un anno prima dello stop previsto dall’Europa.
«Abbiamo firmato un patto e lanciamo una sfida – ha detto il presidente Enrico Rossi – insieme alle forze imprenditoriali del comparto vivaistico, uno tra i più importanti del mondo. Dopo aver fissato la data del dicembre 2021 per lo stop al glifosato e aver imposto vincoli dove la legge lo consente, puntiamo a creare un marchio ‘glifosate free’. La nostra è una scommessa anche in termini di competitività, perché negli ultimi tempi la mentalità è cambiata: sul mercato vinceranno le imprese che affronteranno meglio la sfida di produrre senza inquinare. Avendo i migliori imprenditori del vivaismo, siamo sicuri che la Toscana arriverà prima. Non dobbiamo dimenticare - continua Rossi - che il comparto contribuisce alla riduzione della Co2. All’ambientalismo esasperato facciamo presente che tutte queste piante, oltre ad essere belle, rappresentano un contributo importante per diminuire l’anidride carbonica, in linea con la nostra strategia ‘Toscana carbon free’».
«Le aziende - ha proseguito l’assessore all’ambiente Federica Fratoni - hanno subito capito che l’eco-compatibilità è un fattore di grande competitività. Dopo che la Regione ha approvato il divieto dell’uso del glifosato nelle zone di salvaguardia e di captazione delle acque, vogliamo cancellarne prima possibile l’uso. Per farlo, sono necessari enti di controllo e buone pratiche condivise».
«La firma di oggi – ha continuato l’assessore all’agricoltura Marco Remaschi - è l’inizio concreto di un percorso che vogliamo intraprendere sul terreno del confronto, senza fare forzature».
«L’eliminazione del glifosato richiede uno sforzo notevole da parte delle aziende – ha detto il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, Luca Magazzini – perché comporta più lavoro meccanico e manuale per togliere l’erba, con un aumento dei costi. Vanno poi usati meccanismi diversi di pacciamatura e metodi alternativi per contrastare la crescita dell’erba, al momento tutti in fase di sperimentazione».
«Lavorare nel settore vivaistico – ha concluso Francesco Mati – significa credere nel valore ambientale e culturale delle piante.. Dobbiamo esserne consapevoli, anche se l’eliminazione del glifosato comporta un percorso non facile». Ma quali saranno le azioni concrete? Il primo passaggio è l’attivazione di un tavolo di confronto, coordinato dalla Regione, per individuare le azioni da adottare e favorire le buone pratiche nei vivai. La Regione si impegnerà poi, tra le altre cose, a individuare risorse specifiche nella programmazione di fondi comunitari nella programmazione 2021–2028».

Redazione

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