L’economia toscana rallenta, e la previsione di chiusura dell’anno prevede un ribasso passando dal +1,3% ad un +0,8%. «Il quadro ci preoccupa», commenta la segretaria generale della Cgil Toscana, Dalida Angelini.
Questo è quanto emerge dal quarto focus sull’economia della regione Ires-Cgil Toscana presentato ieri a Firenze: in Toscana export e consumi hanno subito un freno, mentre sul lavoro regna ancora il precariato. Sembra che tutto sia causato dal contesto internazionale, infatti le misure protezionistiche tra Stati Uniti e Cina, incidono sull’economia del territorio visto che entrambe le nazioni sono due mercati di riferimento per le esportazioni toscane.
Anche se nel terzo trimestre l’export è cresciuto del 2,3%, risulta comunque in flessione rispetto allo stesso periodo 2017. Le famiglie toscane tornano a risparmiare, infatti il rapporto Ires-Cgil indica come i depositi bancari sono aumentati di 7,3 miliardi da agosto 2014. E anche questo non aiuta.
I dati positivi, invece, arrivano dalla cassa integrazione, che scende in tutte le province toscane tranne Siena (i cassintegrati sono oggi circa 8mila, contro i 30mila che si registravano negli anni più bui della crisi), e dagli investimenti delle imprese private, che crescono del 4%, favoriti dagli incentivi fiscali. Per quanto riguarda il lavoro in Toscana risultano 26mila occupati in più rispetto allo stesso periodo 2017, ma il mercato del lavoro continua ad essere molto precario. Infatti le assunzioni a tempo indeterminato sono pari al 15% sul totale degli avviamenti nel primo semestre 2018, contro il 40,5% dei contratti a termine e il 17,6% dei contratti in somministrazione.
Dalida Angelini, segretaria generale della Cgil Toscana, esprime la sua preoccupazione: «Bisogna intervenire perché non dobbiamo rischiare una recessione nell’anno che verrà. La manovra del Governo non risponde alla esigenze di attivare politiche anticicliche che determinino la fiducia delle persone e delle imprese. Alla Regione abbiamo chiesto un patto di fine legislatura per approntare interventi su alcune priorità: economia, sanità, sociale, lavoro, infrastrutture».
Redazione