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La realtà sovente surroga la fantasia.
E’ notizia fresca quella che ci informa della decisione, presa dalla Regione Marche, di affidare ad un algoritmo la scelta dell’ubicazione di un ospedale di prossima costruzione. «L’algoritmo è preciso al centimetro, e calcola senza margine di errore la distanza ed i tempi di percorrenza di tutti i cittadini interessati a raggiungere la nuova struttura».
Per quanta fede si possa nutrire nella tecnologia, appare evidente come questa volontà di costringere una formula matematica alla supplenza della politica sia frutto di una carenza della politica stessa. Essa è ormai incapace di mediare e di scegliere, dinanzi alla spinte delle varie amministrazioni locali, che, magari solo per municipalismo, premono per avere un qualche “vantaggio”. In una Regione dove immagino che la stragrande maggioranza, se non la totalità, dei Sindaci sia appannaggio del PD, evidentemente le turbolenze interne fanno paura. Senza considerare che tra meno di due mesi incombe la chiamata alle urne. Ma quale che sia la ratio di questa scelta, non posso non pensare alla nostra situazione pesciatina e al destino del nostro Ospedale.
La tecnologia non fu, grazie a Dio, evocata in occasione della strampalata teoria “baricentrica”, posta a sostegno della volontà di svuotare il nostro Nosocomio per l’edificazione di un nuovo Presidio in località Camporcioni. Ma questo non ha impedito, nel corso degli anni, un depotenziamento sordo e costante, fatto di tagli ai servizi, al personale ed alla strumentazione. Si è colpito quello che si definisce il “ventre molle” di un Ospedale,decentrando ed esternalizzando. Inoltre, ogni volta che un Primario è andato in pensione, abbiamo dovuto fare testa o croce per sapere se con lui se ne sarebbe andato pure il reparto. Insomma,il brain trust della sanità risponde ad una logica di numeri, tempi, costi, accessi, impieghi, che prescinde dalle necessità e dalle aspettative dell’utenza. Se un posto letto costa tot, una degenza lunga costa troppo e gli aspetti umani, quelli della “pietas” per capirsi, vanno a farsi benedire.
Non sto vagheggiando una visione romantica ed anacronistica della sanità,essendo ovvio che con le risorse occorre fare i conti. La Toscana da sempre è gestita dalla stessa parte politica, che mai ha mollato l’assessorato alla sanità, il quale non solo fagocita la maggior parte del bilancio, ma funge da incubatore per i futuri presidenti. Chiediamoci dunque se il marketing sociale,ovvero la macchina in cui da un lato infili soldi e dall’altro escono voti, abbia come finalità principale la soluzione dei bisogni degli utenti, o se invece sia contaminata da sprechi che sottraggono risorse allo scopo per cui sono stanziati. E se esternalizzazioni, consulenze, incarichi e spese di rappresentanza non costringano poi a varare algoritmi che come altrettante scuri si abbattono sui nostri bisogni...

Marino Angeli

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