Appello del sindaco di Pescia agli olivicoltori e alle associazioni agricole: mettiamoci a un tavolo per definire assieme un piano di sviluppo dell’ulivo a Pescia entro fine anno, il tempo per cogliere l’opportunità sta per scadere. Giurlani crede ancora nelle potenzialità di un distretto del vivaismo olivicolo di Pescia e sostiene che l’indicazione nel piano operativo delle «zone di specificità di produzione dell’olivo» consentirà di differenziare la pressione fiscale.
«Vedere che oggi, a seguito di Flormart, arrivano qua circa 50 vivaisti da tutto il mondo, vengono in Toscana, in provincia di Pistoia, a Pescia, a visitare la produzione dell’ulivo - che per il nostro territorio è un’eccellenza, non solo storica ma attuale, una eccellenza dove forse la qualità, ma non vorrei sbilanciarmi troppo, è una delle migliori al mondo - è molto importante perché vengono a conoscere un territorio, a conoscere un prodotto e soprattutto a conoscere le nostre aziende. Quindi io ringrazio l’Anve e ringrazio i Vivai Cinelli e Sonnoli per aver organizzato questa iniziativa, che non serve solo a loro ma a tutto il territorio. Magari altre aziende fossero attive come loro nel fare questo collegamento con sostanzialmente tutto il mondo».
Questo il primo commento del sindaco Oreste Giurlani, sentito durante la visita di una qualificatissima rappresentanza di Aiph (l’associazione internazionale dei produttori del florovivaismo), compresi il presidente e il segretario generale, organizzata oggi dall’Associazione nazionale dei vivaisti esportatori (Anve) presso i Vivai Cinelli e Sonnoli.
A Giurlani abbiamo chiesto se, alla luce di questo evento che ribadisce l’importanza internazionale del vivaismo olivicolo pesciatino, i progetti di distretto dell’olivo di Pescia avanzati nei mesi scorsi nell’ambito dell’attività del tavolo tecnico “Pescia agricola e verde floreale”, presieduto da Franco Baldaccini, non ritornino di attualità e possano andare avanti.
«Devono andare avanti – ha risposto Giurlani -. Ho fatto degli incontri con i produttori di olivo, con le due associazioni Coripro e Vivai di Pescia, e vorrei arrivare a un punto e sapere che cosa dobbiamo fare. Il Comune ha fatto delle proposte chiare: 1) costituire il “distretto dell’olivo di Pescia”, che secondo me è un’opportunità unica vista la nuova legge regionale; 2) bisogna lavorare al piano operativo, perché nella nuova pianificazione territoriale bisognerebbe identificare le zone di specificità a Pescia di produzione dell’ulivo; 3) forse servirà un vero censimento, perché andando a fare la nuova pianificazione urbanistica, in questo caso nell’ulivo, bisogna sapere quali sono le necessità dei produttori (cioè servono spazi fuori terra? Piazzali o annessi? Strade d’accesso? E così via). Quindi io penso che i produttori di ulivo ora siano a un momento di svolta, dove con la pianificazione urbanistica per i prossimi dieci anni e con le opportunità che offre il mercato, o si organizzano ora, o altrimenti rischiano di perdere dei treni».
«Se oggi arrivano qui 50 produttori esteri che vogliono venire a vedere il prodotto nostro che è di una qualità di eccellenza mondiale – ha aggiunto Giurlani - bisogna però anche organizzarsi a livello locale, perché come in tutte le cose ci sono gli alti e i bassi, ci sono i momenti in cui il mercato tira e quelli in cui non tira, e quando tira, secondo me, bisogna prepararsi per quando non tira. Quindi io rifaccio un appello: gli olivicoltori si devono mettere a un tavolino assieme alle loro associazioni di categoria e definire una volta per tutte un piano di sviluppo dell’ulivo a Pescia. Che poi sia sull’identificazione delle specificità e dove vengono prodotte, che sia su come si devono strutturare le aziende, o che sia su dove si deve produrre, questo lo decideranno loro insieme al Comune».
Tra l’altro, ha proseguito il sindaco di Pescia, «questo potrebbe servire in prospettiva anche per differenziare la pressione fiscale, perché la normativa prevede che si può differenziare la pressione fiscale per le aziende, e quindi aiutarle, laddove si individuano le specificità produttive. Quindi io ho incontrato tutti, speriamo adesso che da parte loro arrivi una risposta e che ci si possa mettere a un tavolino, perché entro l’anno dobbiamo definire queste cose e io ritengo che il tempo stia ormai scadendo».
Concretamente, quando potrebbe avvenire un incontro con le associazioni olivicole e agricole? «Io ho lanciato il sasso, ho fatto un incontro pubblico con tutti gli olivicoltori. Io aspetto che o gli olivicoltori o le loro associazioni di categoria si mettano a un tavolino con il Comune e si discuta per arrivare a un punto: se le proposte del Comune sono proposte da accettare oppure ne vengono avanzate altre. Poi se nessuno vuole mettersi al tavolino e si lasciano le cose come stanno, ne prenderò atto, però poi il Comune deve fare il suo corso. Noi vogliamo coinvolgere le categorie nella pianificazione del futuro della città, però se poi non vogliono, io credo che si perda un’opportunità».
Lorenzo Sandiford