Il 9 marzo Fondazione il Fiore di Firenze e Centro studi Jorge Eielson organizzano nell’aula magna di piazza Brunelleschi 3/4 dell’ateneo fiorentino un incontro sulla poesia della scrittrice uruguaiana Idea Vilariño con performance di tango di Gabriel Zoccola e Anna Lisa Mistichelli. Interventi di Martha Canfield e Carmelo Andrea Spadola. Ingresso libero.
La presentazione dei versi dal ritmo rigoroso e incalzante di una delle voci poetiche più amate dell’Uruguay, donna di lettere nota anche per la militanza politica contro la dittatura militare, e a seguire una performance di tango del maestro argentino Gabriel Zoccola, già ballerino della filarmonica di Montevideo, con Anna Lisa Mistichelli.
Celebreranno così la festa della donna la Fondazione il Fiore, il Centro Studi Jorge Eielson e Socialisarte, in collaborazione con la Biblioteca umanistica e il Dipartimento di lingue, letterature e studi interculturali dell’Università di Firenze, il 9 marzo alle 17 presso l’aula magna (ex Architettura) dell’ateneo fiorentino in piazza Brunelleschi 3/4 (ingresso libero). Nell’occasione si terrà infatti l’incontro “La poesia di Idea Vilariño: passione, tango e quotidiano”, durante il quale, dopo i saluti del direttore della Biblioteca umanistica Floriana Tagliabue, Martha Canfield, presidente del Centro Eielson e professore ordinario di Lingua e Letteratura Ispanoamericana all’Università di Firenze nonché poetessa, e Carmelo Andrea Spadola, segretario del Centro Eielson e professore di Lingua e traduzione spagnola all’Università di Macerata, parleranno della figura e dell’opera poetica di Idea Vilariño (Montevideo 1920 – 2009) presentando la ristampa della sua antologia di versi La sudicia luce del giorno (Edizioni QuattroVenti, Urbino 2016), curata proprio da Martha Canfield. Seguirà il tango danzato da Anna Lisa Mistichelli e Gabriel Zoccola, tanguero formatosi a Rosario (in Argentina) con i maestri Sebastian de la Vallina e Atilio Sanchez e poi con la maestra Inès Camou in Uruguay a Montevideo, dove è stato ballerino dell’Orchestra filarmonica da costei diretta. A coordinare l’incontro Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore.
Come spiegato in un testo di Martha Canfield per il numero 15 (luglio-settembre 2009) della rivista Fili d’Aquilone, pubblicato a due mesi dalla morte di Idea Vilariño, avvenuta poche settimane prima del poeta Mario Benedetti, Idea e Mario sono stati «le due voci poetiche più amate della feconda e determinante Generazione del ’45 dell’Uruguay. Erano nati entrambi nel 1920, erano amici, sono stati insieme in molte importanti imprese letterarie, hanno subito entrambi i soprusi della dittatura militare degli anni ’70-’80 e sono rimasti fino alla fine fedeli ai loro ideali e al loro impegno culturale e politico. Le loro poesie sono quelle che i cantautori e i musicisti uruguaiani hanno musicalizzato con più successo e popolarità. I loro versi sono citati a memoria da giovani e meno giovani, riprodotti nelle cartoline di auguri natalizi o pasquali, recitati negli spettacoli che ogni anno diversi gruppi allestiscono durante il Carnevale».
«La poesia di Idea – ha scritto Martha Canfield - si presenta molto presto come un insieme organico compiuto, concentrato su tre linee tematiche che potremmo definire sinteticamente con tre dei suoi titoli emblematici: Poemas de amor, Notturni e Pobre mundo. La poesia amorosa, segnata da una ricerca di assoluto, agonica e spietata innanzi tutto con se stessa; la “notturnità” del mondo e del vivere vista attraverso la cruda consapevolezza della miseria umana; la pietas nei confronti del «povero mondo» e l’aspirazione - forse utopica, sempre altamente etica - a renderlo più giusto e meno crudele nei confronti dei disperati. Il lancinante urlo vallejiano - «Y el hombre, pobre! Pobre!» - è anche di Idea. Ed è in questo contesto che si inseriscono le poesie di denuncia della tortura e dei soprusi inflitti ai dissidenti durante la dittatura».
«Ma forse – si conclude il testo di Martha Canfield - la cifra caratteristica della sua poesia si trova, più che nella tematica, asciutta e tagliente, nel ritmo, incalzante, fermo, rigido e perfetto. Se le sue poesie – le sue canzoni – sono indimenticabili, esso è dovuto soprattutto al rigore senza respiro, e senza concessioni, del suo ritmo».
Redazione