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Le 13 imprese dolciarie che hanno fatto richiesta dell’Indicazione geografica protetta per i “cantuccini toscani” annunciano di aver adottato una procedura di controllo volontaria sui prodotti ad opera di Agricert. Il fatturato dei cantuccini è di 24 milioni (l’8,6% del totale dell’industria dei dolci regionale) e il 37% va all’estero. L’assessore Salvadori appoggia l’iniziativa.

«I cantuccini sono biscotti alle mandorle tipici della Toscana, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Il nome sembra derivare da “canto”, parte di un insieme, o da “cantellus”, in latino pezzo o fetta di pane. Le origini dei cantuccini risalgono almeno al XVI secolo. Si possono gustare da soli o, secondo la tradizione, inzuppati in vini liquorosi come il vin santo».
Vengono presentati così i cantuccini toscani sul sito web di Assocantuccini, l’associazione che riunisce 13 produttori toscani che custodiscono questa tradizione culinaria e che hanno adottato un disciplinare facendo richiesta di Indicazione geografica protetta nell’aprile del 2011. Richiesta che è stata accolta nel dicembre dello stesso anno dalla Regione Toscana e che ora sta proseguendo il suo percorso a Roma e a Bruxelles per ottenere il marchio Igp e con esso la tutela dell’Unione europea dalla concorrenza sleale del cosiddetto fenomeno dell’ “italian sounding”: i nomi di prodotti che “suonano” italiani e si spacciano per tali pur provenendo da chissà dove.
Nell’attesa dell’Igp, le imprese aderenti ad Assocantuccini hanno annunciato oggi, in una conferenza stampa a cui era presente insieme al presidente Ubaldo Corsini l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, di aver adottato una procedura di controllo volontaria sui biscotti, che verranno certificati da Agricert e sui quali saranno effettuati controlli di laboratorio volti ad accertare l’osservanza del disciplinare. Sui prodotti verrà apposta una etichetta tale da garantire che, tanto per ricordare alcune indicazioni del disciplinare, «le mandorle devono essere almeno il 20 per cento. Le uova (il tuorlo) non meno del 4 per cento. Deve esserci solo burro e niente margarine o simili. I biscotti, cotti al forno, devono essere secchi e friabili e non morbidi».
«Credo che l’obiettivo dell’Igp, l’indicazione geografica protetta, – ha sottolineato Salvadori – sia importante e come Regione faremo tutto quanto in nostro potere per rendere più veloce possibile l’iter e giungere al traguardo prima possibile. Nell’attesa credo che Assocantuccini abbia scelto la strada giusta, quella della certificazione volontaria sulla qualità del prodotto. Questa offre garanzia di qualità al consumatore ma anche tracciabilità e dunque “toscanità” e aiuta a valorizzare i produttori che lavorano secondo le regole e mantengono in Toscana la produzione». «In Toscana – ha aggiunto Salvadori – abbiamo una grande tradizione che ci onora di ben 24 fra Dop (Denominazioni di origine protetta) e Igp e 11 produzioni che sono in attesa di riceverla. Siamo decisamente a favore di una maggiore tutela di questi prodotti e in questo senso ci siamo mossi sia nella Conferenza Stato Regioni, sia verso la Commissione Ue, nell’ambito del pacchetto qualità. Andremo avanti con decisione su queste iniziative e i prossimi step saranno presentati in occasione del prossimo Expo Rurale che si terrà a settembre alle Cascine».
Nel contesto dell’industria alimentare italiana e di quella toscana, i cantuccini, pur occupando una posizione di nicchia, vantano risultati di rilievo. Rispetto al fatturato complessivo dell’industria dolciaria toscana (278,7 milioni di euro nel 2010, in crescita del 4% sul 2009, e oltre 600 addetti), i cantuccini incidono per 24 milioni di euro (pari all’8,6%) con il valore globale del mercato al consumo di questo prodotto, inclusa logistica e distribuzione, stimabile in 58 milioni. La propensione all’export è pari al 37% del fatturato. L’export medio dell’industria alimentare toscana è pari al 22%, quello dell’industria dei prodotti da forno italiani del 23% e quello dell’industria alimentare italiana globale del 17%.
L’export della biscotteria secca italiana è cresciuto del 71,2% tra il 2005 e il 2010, passando da 8,2 mln di euro ad oltre 14 mln, risultato ascrivibile in gran parte proprio ai cantuccini toscani (41,2%). Il mercato di riferimento è quello comunitario: l’UE assorbe il 29% della produzione contro l’8% destinato ai Paesi extra-Ue. La Germania è il principale importatore nella Ue così come gli Stati Uniti sono il maggiore nel resto del mondo seguiti dal Giappone. Nuovi mercati si stanno aprendo ad Est dell’Europa (Polonia e Russia entrambe al 5° posto). In Toscana si consuma il 22% del prodotto, nel resto d’Italia il 41%.

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